ex forte Belvedere - Gschwent - a Oseli di Lavarone (Trento)
Forte Belvedere (Sperre Lavarone) costruito tra il 1908 ed il 1914 a quota m.1155 in località Lavarone-Oseli
Ultima tipologia costruttiva fortificatoria austriaca, aveva tre obici da 100/9 sotto cupola e numeroso armamento secondario. Fu il primo a rispondere al fuoco italiano del Verena, venne preso di mira da una serie di cannoneggiamenti nei quali incassò solamente un colpo grave, che distrusse una cupola.
A differenza delle fortezze italiane, le "Sentinelle del Regno", costruite in calcestruzzo senza armature in ferro, le "Fortezze dell'Imperatore" furono progettate da tecnici di lunga esperienza maturata per tutto l'800, nonché da maggior disponibilità finanziaria.
Le fortezze Austro-Ungariche erano costruite impiegando largamente armature di ferro annegate in grossi spessori di calcestruzzo di cemento e ghiaia grossolana. Erano pensate per resistere a proiettili di medio calibro e generalmente erano armate con cannoni da 100 mm., non potentissimi, ma molto precisi ed efficenti. Il loro scopo era esclusivamente la difesa a media e breve distanza e l'arrestare il dilagare di truppe verso il solco vallivo di Trento.
Gli italiani contrapponevano opere molto più fragili, armate con cannoni più potenti, ma alcuni di ghisa, posizionate in luoghi più elevati.
La progettazione di tutte le opere della cintura fortificata di Trento fu portata avanti con molta cura, tutte le fortezze erano perfettamente collegate e funzionali l'una con l'altra ed integrate con altre strutture di supporto come il centro 'ottico' di Monte Rust (sopra il lago di Lavarone). Esse rappresentano il massimo valore tecnico e tattico raggiunto dagli imperiali nelle opere belliche fisse. Nonostante ciò, fin dai primi colpi di cannone, fu chiaro che queste opere erano già superate ancor prima di diventare pienamente operative. Subito si capì che l'unico riparo dagli spaventosi colpi di mortaio di grossissimo calibro, di oltre 300 mm., erano le caverne profondamente scavate nella montagna.
"Per Trento basto io!" era il motto di cui si fregiava il forte Belvedere. Per dissuadere qualsiasi velleità di intervento italiano in questo imperdibile settore, gli imperiali contavano moltissimo sulla cintura fortificata di Trento, prevedendo solamente un ridottissimo utilizzo di uomini altamente specializzati in modo da poter sfruttare il grosso delle truppe di fanteria in altri fronti.
Sotto questo aspetto la cintura fortificata degli altipiani svolse, nonostante tutto molto dignitosamente, in pieno il suo ruolo durante la prima fase detta della 'guerra dei forti' e fino al maggio 1916 quando alcuni forti furono, nonostante le gravi distruzioni subite ma prontamente riparate, di qualche appoggio all'offensiva di maggio, la Strafexpediton. Dopo di che su tutte le opere fortificate, compresi gli ormai ruderi italiani, calò il totale oblio.
Tutte le fortezze austriache, tranne forte Belvedere, proprio per la loro tipologia costruttiva 'moderna', furono totalmente sventrate durante gli anni '30 dai recuperanti, visti con favore dall'autarchia fascista, proprio per recuperare il prezioso acciaio. Il Belvedere si salva perché fortunosamente acquistato da un privato del luogo che pensava di trasformarlo in una bella stalla per il bestiame e le pecore. Il primo proprietario, e successivamente gli eredi, si appassionarono fin da subito alla storia della costruzione e pian piano, già fin dal secondo dopoguerra, lo trasformarono in un decoroso museo arrichito da numerosi reperti trovati nei pressi.
Da qualche anno l'opera è di proprietà del Comune di Lavarone e si è provveduto ad un accurato restauro per la messa in sicurezza, nonché la progettazione di un validissimo percorso museale, per il notevole afflusso di visitatori.
Il forte ci è restituito pressoché intatto ed è museo della guerra e museo di sè stesso. La visita è notevolissima ed irrinunciabile in quanto è l'unico manufatto che può rendere l'idea precisa, nonché l'atmosfera, di questo genere di costruzioni.
E' una visita raccomandabile a tutti, non solo per l'alto valore di documento storico, senza il quale parlare della prima guerra mondiale diviene cosa spesso solamente 'virtuale', ma anche per l'aspetto prettamente paesaggistico. Tutte le fortezze, sia italiane che austriache, si trovano in posizioni altamente panoramiche e la loro visita può essere il filo conduttore per 'vedere' tutto il vasto ed interessantissimo settore allora confine tra l'ancor giovane Italia ed il maturo impero Austro-Ungarico.
ex forte Belvedere - Gschwent - a Lavarone (Trento)
Aperto tutti i giorni dalle 9.30 alle 18.00 da giugno ad ottobre (escluso il lunedì a giugno, settembre e ottobre). Ingresso a pagamento, possibilità di visite guidate. La gestione della fortezza-museo è affidata alla
Fondazione Belvedere-Gschwent ente del Comune di Lavarone.
Vicino all'ingresso vi è un simpatico bar / ristoro. Attorno al forte prati e alberi con attrezzature, panchine e tavoli, per un rilassante pic-nic.
La visita all'interno del forte e al museo richiede almeno un paio d'ore. Attrezzarsi di calzature adeguate a percorrere i lunghi corridoi in caverna con scale ripide e scivolose, nonché di un maglione in quanto molti locali interni sono umidi e freddi.
Gestione del forte, informazioni e prenotazioni
Fondazione Belvedere-Gschwent - 38040 Lavarone (Trento)
web
www.fortebelvedere.org
Comune di Lavarone38040 Lavarone (TN) - Fraz. Gionghi
Azienda Promozione Turistica 38040 Lavarone (TN) - località Gionghi
Accesso
da tutte le varie località che formano Lavarone, ed in tutti i principali incroci, il forte è adeguatamente segnalato.
Si trova nel promontorio a sud-est, proprio a strapiombo sulla Valdastico, del piccolo altipiano di Lavarone.
La stradina di accesso è pedonale, parcheggio lungo la strada principale quindi una bella passeggiata in mezzo al bosco, molto panoramica, per raggiungere in un quarto d'ora la fortezza.
Lavarone si raggiunge percorrendo l'autostrada 'Valdastico' (da Vicenza) uscendo al termine a Piovene-Rocchette. Proseguire seguendo le indicazioni per Piovene / Arsiero / Trento. Superato il ponte di Piovene si percorre il fondovalle dell'Astico fino ad Arsiero e si prosegue per Lastebasse dove inizia la salita che con diversi tornanti conduce a Lavarone. Appena sull'altipiano, al primo incrocio, verso destra la strada conduce al forte.
Lavarone è raggiungibile dal trentino da Folgaria, da Trento e Caldonazzo per Vigolo Vattaro, da Asiago attraverso il Passo Vezzena.