tra Ortigara e Caldiera: il calvario degli alpini - zona monumentale dell'Ortigara, Altopiano di Asiago Sette Comuni
Tra il 10 ed il 29 giugno 1917, tra assalti e contrassalti sugli aridi crinali tra l'Ortigara ed il sottostante, infernale, vallone dell'Agnella, vennero falciati oltre 28.000 giovanissimi soldati italiani e 8.000 austroungarici.
Ortigara, il calvario degli alpini.
Sull'arida cima una colonna mozza eretta nel 1920: per non dimenticare.
In fondo, al Lozze, sull'alta colonna, la Madonnina volge il suo silenzioso sguardo verso questo disumano luogo di inutile sofferenza.
Era questo il cuneo più a nord della prima linea di arroccamento austroungarica nell'altipiano di Asiago, linea che si estendeva dall'Ortigara, il Colombara, il Zebio, l'Interrotto e la profonda incisione della Val d'Assa, dal luglio 1916 al dicembre 1917, dopo la ritirata dai punti di massima conquista a seguito della Strafexpedition del maggio 1916.
Il 16 giugno 1916, esaurita la spinta offensiva, il comando austroungarico decise di ritirarsi su posizioni più facilmente difendibili. Questo è il settore che vide il maggior sacrificio di sangue della prima guerra mondiale, la guerra di posizione sulle trincee durò per oltre un lunghissimo, interminabile, anno e con in mezzo il rigidissimo inverno del 1916/17.
Nella notte tra il 9 e il 10 giugno 1917, tra banchi di nebbia, pioggia, fulmini e razzi illuminanti, i cannoni tempestano le linee austriache dell'Ortigara preparando l'attacco degli alpini e dei bersaglieri che si svilupperà con l'immane ondata umana del pomeriggio e dei giorni seguenti. Le perdite assumono sempre più proporzioni drammatiche tra un assalto e l'altro per la conquista, la perdita e la riconquista di poche decine di metri tra le trincee ed i campi di filo spinato. Per avere un'idea della violenza degli attacchi, si pensi che le truppe austriache consumarono, in mezza giornata, 200 tonnellate di munizioni per i moschetti e le mitragliatrici.
Messi alle corde, gli imperiali, rinforzano velocemente le posizioni con l'"operazione Anna" ai comandi del col. Baszel richiamato dalla Val d'Astico, ma il baluardo dell'Ortigara viene nuovamente attaccato da 10 battaglioni di alpini, costringendoli sul delicatissimo Monte Campigoletti in postazioni disperate. Si salvano dalla catastrofe con un impressionante cannoneggiamento sulla massa umana all'Ortigara, costringendo gli alpini a desistere dallo sfondare il fronte.
Nuova riconquista austriaca delle trincee sull'Ortigara e sulla busa delle Pozze il 25 giugno. La situazione ora è capovolta, sono gli italiani a trovarsi in situazione drammatica, arroccati sulla cima della Caldiera. I soldati, allo sbando, si ritirano alla disperata, ma la valletta sotto la Caldiera è invasa dai gas asfissianti sorprendendoli completamente allo scoperto sotto il fuoco proveniente dal soprastante Ortigara. Quindi nuovo assalto italiano alle trincee dell'Ortigara. La situazione è sempre più confusa ed il dramma assume proporzioni bibliche.
tra Ortigara e Caldiera: il calvario degli alpini - zona monumentale dell'Ortigara
Raggiungere il Piazzale Lozze (m.1805) - base di partenza per le escursioni sull'Ortigara e dintorni.
Da Gallio (m.1000 - Altipiano di Asiago - Vicenza) proseguire in direzione Foza per qualche centinaio di metri, sulla sinistra (indicazioni Ortigara, monumento) si stacca una strada subito in ripida salita che sale agli impianti sciistici delle Melette e a Campomulo. Superatolo, si prosegue e ad un primo bivio si continua a sinistra e dopo alcuni tornanti si arriva alla spianata di Campomuletto, fantastico posto panoramico verso le Dolomiti. Ora la strada si fa stretta, precaria e sterrata e prosegue tortuosamente per molti chilometri nel bosco. Infine è ancora asfaltata e supera gli ultimi chilometri con ripide rampe fino a raggiungere il grande parcheggio di Piazzale Lozze. Circa 15 chilometri da Gallio. Gran parte di questa strada corrisponde alla nota pista per lo sci nordico.
Numerosi itinerari escursionistici si possono compiere partendo da qui.
La passeggiata minima consiste nel raggiungere il rifugio Cecchin (aperto precariamente dagli alpini), la chiesetta e la madonnina del Lozze (m.1920). 10 - 30 minuti, stradina ed evidenti segnalazioni.
Per una panoramica precisa e sufficentemente approfondita sui tragici campi di battaglia, oltre che itinerario dalle notevoli valenze naturalistiche, si consiglia l'anello tra la Caldiera e l'Ortigara seguendo i sentieri CAI 841 e 840.
Prendere la stradina sulla destra (vicino le panchine) appena entrati nel parcheggio. La stradina prosegue lungamente in moderata salita e nel bosco ad intaccare la via via più arida Cima della Campanella, infine il panorama diventa aereo e si apre con grandiose visioni sull'arco dolomitico. Ora più facilmente si traversa verso nord ormai in vista della piramidale Cima della Caldiera (m.2124) ed abbondano le tracce degli scavi e delle mine. Ad un intaglio un bivio, per i più allenati si può salire alla facile cima (verso destra, indicazioni) oppure passare l'intaglio e proseguire sul desolante, austero e tristissimo vallone ai piedi della Caldiera, quindi scendere in direzione del baito dell'Ortigara quasi al passo dell'Agnella.
Durante questa discesa la brulla gobba dell'Ortigara opprime in tutta la sua spettrale desolazione. Arrivati al fondo della profonda valletta, verso nord a raggiungere l'avamposto dell'Agnella proprio a strapiombo sulla profonda incisione della Valsugana.
Ora si intacca la ripidissima, ma breve (e attrezzata con corrimani), cresta che porta all'anticima nord dell'Ortigara. Dal cippo austriaco la grande spianata di vetta appare quale lunare sassaia. Quindi la vetta (m.2110) con la colonna mozza: per non dimenticare.
Scendere lungo i devastati trinceroni a raggiungere il prativo baito dell'Ortigara e seguendo il sentierino 'tricolore' verso sud, tra imponenti mugheti, verso la colonna con la Madonnina, come un faro a Cima Lozze (m.1920). Breve sosta al rif. Cecchin e alla chiesetta per scendere facilmente per la stradina al parcheggio.
Il tempo di percorrenza è sulle tre ore di tranquilla passeggiata, senza la salita alla Caldiera e con la salita all'Ortigara.
Altri interessanti itinerari si diramano verso i Campigoletti e, per i più allenati, a Cima XII (m.2336), massima elevazione della provincia di Vicenza.
La cima dell'Ortigara è raggiungibile anche in mountain bike provenendo dal Bivio Italia (Val Galmarara) ed i Campigoletti. Vedi l'apposito itinerario nella sezione.