giro escursionistico del lago di Corlo, sentiero naturalistico lungolago - Arsié, Giaroni, Carazzagno, Corlo, Rocca
Incuneato tra il monte Grappa, il Canal di Brenta, il Col del Gallo e le terre Feltrine, un lago simile ad uno stretto e sinuoso fiordo.
Si tratta di un lago artificiale formato sbarrando il corso del torrente Cismon, che scende dalle Pale di San Martino e dalla catena del Lagorai.
E' il più importante affluente di sinistra del fiume Brenta, sul quale s'immette a Cismon del Grappa.
Dopo varie vicissitudini, anche tragi-comiche, la diga è stata ultimata nel 1955 e la vicina borgata di Corlo ha dato il nome al grande bacino idro-elettrico.
Con il riempimento del lago buona parte del vecchio paese di Rocca dovette essere abbandonato, in particolare venne abbattuta la chiesa che venne ricostruita sull'altura della strozzatura di mezzo del lago.
Sul luogo originale rimane, invece, il campanile.
Rocca è il paese più importante del lago.
Nei pressi vi sono tre ponti, di cui uno sospeso su corde (ponte della Vittoria) molto spettacolare.
Permettono di attraversare nel roccioso lato opposto per raggiungere le varie case isolate e borgate che si inerpicano nella valle di Carazzagno e sulle propaggini del monte Grappa.
Il versante ovest del lago (destra idrografica), ha nella parte superiore spazi collinari che si prestano agli insediamenti abitativi e ad alcune zone ricreative, negli ultimi anni ben frequentate.
Il lago di Arsié, la località Rocca in particolare, si presta bene a fare da snodo a interessanti escursioni.
Tutto il versante est (sinistra idrografica), invece, è molto scosceso, boscoso e con numerose balze rocciose strapiombanti.
Sono stati riattivati alcuni antichi sentieri di collegamento (sentieri dei 'contrabbandieri' di tabacco in particolare) che permettono di percorrere l'intero giro del lago.
All'infuori delle aree ricreative e degli impressionanti spettacolari ponti di metà lago, la pratica escursionistica è piuttosto limitata e solitaria.
Un po' più frequentato è il Percorso Natura "Lago del Corlo" tra Rocca e Giaroni lungo il versante nord-est del lago.
Il tratto sud-est, da Berti a Corlo, è invece pochissimo conosciuto.
Sono sentieri facili ed evidenti però piuttosto impervi, umidi e boscosi, soprattutto molto solitari.
E' importantissimo non uscire mai, in nessun caso, dal sentiero frequentato, nemmeno per curiosità di vecchie tracce imboscate verso qualche casetta diroccata o verso qualche punto panoramico.
Incombono pendii molto ripidi e salti di roccia pericolosissimi che precipitano direttamente nel lago.
Naturalmente, per queste ragioni, è raccomandabile evitare l'escursione con il maltempo ed è assolutamente sconsigliabile frequentare questi sentieri d'inverno quando facilmente presentano lastre di ghiaccio insidiosissime.
le escursioni nel dettaglio
Buona idea suddividere il giro completo del lago in due passeggiate distinte, magari aggiungendo anche qualche altro giro 'accessorio' finalizzato a conoscere ancor meglio questi meravigliosi luoghi.
Il
primo giro, partendo da Rocca dove vi è la strozzatura rocciosa di metà lago, percorre la parte nord svolgendo l'anello preferibilmente in senso antiorario.
Si può partire anche da Arsiè e magari svolgere il giro in senso orario.
E' una passeggiata abbastanza facile, tuttavia di una certa lunghezza di quasi 12 chilometri, per un dislivello complessivo di circa 300 metri tra le due principali 'salitelle' e alcuni leggeri saliscendi.
Partendo da Rocca percorriamo per prima cosa tutto il versante nord-est del lago.
Sono quasi sei chilometri senza alcun posto di riparo e senza riferimenti.
In questo modo la seconda parte, per ritornare a Rocca, è più rilassante e tranquilla, passando per i campeggi, le spiaggette e le varie contrade.
Il sentiero è sempre molto evidente, si tiene a poche decine di metri di altezza rispetto allo specchio d'acqua del lago.
Nella parte più a nord, verso l'uscita a Giaroni, vi sono alcuni displuvi che formano simpatiche cascatelle d'acqua, prestare un minimo di attenzione nell'attraversare la cengia rocciosa spesso scivolosa (cordino corrimano di protezione).
Da
Rocca prendiamo la stradina per il Cimitero e il nuovo ponte (ponte Bassane).
Al
cimitero tralasciamo la strada asfaltata e, verso sinistra, seguiamo brevemente la carrareccia sterrata che in poche decine di metri arriva, con effetto sorprendente e spettacolare, sul ponte pedonale in ferro (
ponte Polo), il più a nord dei tre ponti sul lago.
Superato l'ardito ponte sulla stretta gola tra impressionanti forre rocciose, tralasciamo la diramazione che sale al Col de Stach e proseguiamo sul sentiero per un lungo tratto quasi in piano.
Segue una salitina su sentiero roccioso dove, poco dopo un bel capitello di legno, tralasciamo anche il sentiero che sale alle
case Forzeleta e continuiamo per un lunghissimo tratto di falsopiano sempre nel fitto bosco.
Dopo diversi chilometri troviamo una nuova salitella, con alcuni tornantini, che conduce ad un rudere di casa con, a fianco, una panchina con tavolo, adatta ad una sosta ristoratrice.
In breve siamo alla contrada
Le Coste, case completamente diroccate e quasi completamente inghiottite dalla vegetazione invadente.
Il luogo è interessante, anche se trasmette una profondissima sensazione di tristezza.
L'occhio della persona attenta può capire come si vivesse un tempo in queste lande isolate e immaginare come la montagna attorno fosse tutta coltivata con cura e con grande intelligenza, a costo di immensa fatica.
Attraversiamo alcuni valloncelli con cascatelle d'acqua (un minimo di attenzione, senza lasciarsi andare ad imprudenze) ed infine scendiamo sul
ponte del capolago nord, un tempo sulla strada provinciale di feltrina, ora sostituito dal moderno viadotto e galleria.
Percorriamo un tratto della strada, ora senza traffico, e raggiungiamo l'ingresso della
centrale idroelettrica Enel.
Proseguiamo per la carrareccia a sinistra della centrale per poi sottopassare il viadotto e percorrere la carrareccia sottostante la trafficata strada.
E' il tratto meno simpatico di tutta l'escursione.
Al termine della leggera salita svoltiamo a sinistra, qui troviamo anche la diramazione del
sentiero per raggiungere Arsié, e riprendiamo il sentiero che percorre il lungo lago alla volta del
Camping Le Gajole.
Dal camping percorriamo il sentiero lungo il lago oppure anche la stradina asfaltata, giungiamo quindi nei pressi di un altro campeggio e ad un incrocio dove svoltiamo a sinistra, sempre mirando al lungolago (qualche cartello indicatore).
Passiamo nei pressi di un ristorante (
ex discoteca La Stua) e ad una
area alberata adibita a pic-nic (con servizi a pagamento).
E' la volta di passare accanto al
campanile, un tempo poco sotto vi era la vecchia chiesa ora demolita perché sul bacino d'acqua, accanto al ristorante
Al Parigi, quindi in breve siamo nuovamente a
Rocca.
Con il
secondo giro, sempre partendo da Rocca, percorriamo la parte sud del lago, questa volta preferendo sicuramente il senso orario.
L'itinerario è un po' più breve, circa 8 chilometri, con un dislivello complessivo di circa 350 metri suddiviso in tre salitelle.
Raggiungiamo il
Cimitero, proseguiamo ancora in discesa per la nuova strada asfaltata e attraversiamo il
nuovo ponte centrale (ponte Bassane).
Anche da questo ardito ponte la vista è notevole.
Poco dopo, nei pressi della vecchia stradina proveniente dal 'Ponte di Corde' (ponte della Vittoria, dal quale torneremo), prendiamo un sentierino-scorciatoia sulla sinistra che recupera nuovamente la strada al tornante superiore.
Tralasciamo la stradina a sinistra che s'inoltra per la
val Carazzagno (più avanti cascate e grandi marmitte) e proseguiamo lungo la strada asfaltata che diviene ripidissima, con pendenze fin quasi al 20% (un osso duro per i ciclisti...), per giungere ad un tornante con un bellissimo
capitello.
Proseguiamo diritti per la stradina accanto al capitello e, quasi subito, sulla destra la stradina che scende alla
contrada Berti.
Anche questo è un gruppo di case antiche, parte diroccate ed alcune abitate saltuariamente, il tutto comunque abbastanza ben tenuto.
Da qui scorci particolari su parte del sottostante lago.
Dalla casa più bassa parte un sentierino alla volta di Corlo (precario cartello indicatore), sono circa due chilometri di solitaria traversata sul versante est del lago.
E' evidente che il sentiero è ben poco frequentato, spesso è abbastanza inerbato (salvo puliture occasionali, come in occasione della corsa attorno al lago, giugno), umido e scivoloso, sempre nel fitto bosco.
Dapprima scendiamo leggermente fin quasi a pochi metri sopra il livello dell'acqua, poi risaliamo alla volta di Corlo, con tratti un po' più ripidi e via via il sentiero che diventa più largo fino a diventare una stradina.
Il sentierino, anche se inerbato, è comunque evidente e non presenta particolari difficoltà in condizioni ottimali.
Teniamo presente che corre a pochi passi da strapiombi e ripidissimi pendii che cadono direttamente sul sottostante lago.
Vi è solo un passaggio, a metà traversata, dove prestare un po' di attenzione nell'attraversare il fondo di un valloncello con cascatella d'acqua (precario cordino corrimano).
Anche questo sentiero è assolutamente sconsigliabile in inverno.
Giugiamo quindi al soleggiato
'paesino' di Corlo, che da il nome al lago grazie alla sottostante diga.
Un tempo era ben abitato, con perfino due osterie, ora vi abitano solo un paio di persone e molte case vengono aperte nel periodo estivo o nei fine settimana.
Tutto è ancora in ottimo stato e ben curato, interessante la grande fontana con indicata la data 1896.
Dopo aver girovagato per i vicoletti e osservato la particolare architettura, lasciamo la contrada e scendiamo lungo la stradina asfaltata alla volta della
diga di Corlo.
Si aprono impressionanti vedute sul profondo canyon del Cismon e, con una galleria (illuminata), sbuchiamo direttamente
sopra la grande diga, che fa da ponte stradale sulla forra.
Risaliamo la stradina asfaltata e all'incrocio con la strada Incino-Rocca svoltiamo a sinistra.
Dopo qualche centinaio di metri, lungo la strada per Incino, sulla destra parte un sentierino indicato da un precario cartello
'fontana di Tanisoi'.
In alternativa (se il sentiero è inerbato) possiamo continuare per la strada fino a trovare la stradina di accesso alla contrada Tanisoi (verso destra, cartello).
Tanisoi è una contrada interessante, parzialmente le case sono restaurate in forme moderne, ed è ancora stabilmente abitata da alcune persone.
Proprio accanto alla copiosa fontana, tra l'orto e aiuole di giardino ben tenute, si dirama un ripidissimo sentiero cementato che mira a salire il colle un tempo tutto ben coltivato.
La ripidissima salita cementata si risolve in un centinaio di metri, poi il sentiero prosegue più tranquillo e boschivo fino a raggiungere la
borgata Pomer.
Qui la situazione è completamente diversa, le case sono diroccate e in precario stato, la vegetazione è invadente.
E' un luogo iconico di come si viveva un tempo, arroccati su alte balze collinari cercando, con intelligenza sopraffina, di utilizzare ogni minimo metro di terreno utile e ogni risorsa che la natura offre generosa a chi la capisce e la rispetta.
Anche questo è uno di quei posti che ti colpisce al cuore, e il meditare sul come stiamo perdendo miseramente la nostra storia e la nostra cultura costringe inevitabilmente lo sgorgare della lacrima.
Con la profonda tristezza del sentirsi orfani.
Seguiamo il sentiero in discesa, che affianca poi una stradina in disuso, ed infine raggiungiamo la strada Incino-Rocca lungo il lago.
Direzione nord per un tratto di trasferimento sull'asfalto, attraversiamo il caratteristico ponte di cemento e raggiungiamo la diramazione per il 'Ponte della Vittoria' (o delle Catene)(cartelli).
Attraversiamo il suggestivo
ponte sospeso su corde d'acciaio (solo pedonale), proseguiamo per il sentiero, recuperiamo la strada asfaltata, scendiamo al ponte nuovo (Bassane) e riattraversiamo il lago, risaliamo al Cimitero e in breve siamo nuovamente a Rocca.
varianti e altre escursioni
In alternativa, se vogliamo evitare il tratto di strada asfaltata di collegamento tra Incino e Rocca o anche per fare un'altra escursione, possiamo compiere l'anello
Ponte di Rocca, Zanetti, Corlo, Berti, Rocca.
Escursione interessante ma un po' più faticosa, che sale alle case Zanetti per scendere a Corlo e ritornare per il sentiero Corlo-Berti, senza passare per la diga.
Altra escursione molto interessante e piacevole, sempre con logistica a Rocca a metà lago, è la risalita della
valle di Carazzagno, pertendo dal ponte nuovo o dal ponte di Corde (della Vittoria).
Si segue integralmente l'ardita stradina carrabile, quasi tutta cementata e in forte pendenza, passando dapprima alti e con viste spettacolari sulla profonda forra con cascatelle e marmittoni d'acqua, quindi alcune case isolate ed infine le contrade di Scoccau e Forzeleta.
Forzeleta è una specie di balcone panoramico sul lago di Corlo, con Arsié e sullo sfondo il monte Coppolo e le Vette di Feltre.
Possiamo scendere per il sentiero diretto che parte accanto alla fontana d'acqua e al bellissimo capitello.
A metà discesa si congiunge con il sentiero lungolago, a sinistra in discesa raggiungiamo il ponte Polo e il Cimitero di Rocca.