Per tutti noi dell'alta pianura Veneta il monte Grappa è la 'nostra montagna', ma credo proprio di non sbagliare dicendo che ai più è semisconosciuto.
Il massiccio del Grappa è una montagna camaleontica.
Profonde tracce della Grande Guerra, speculazioni edilizie non ancora sopite ed espansionismi stradali, brucianti calure e fredde nebbie d'agosto oppure tiepidissime giornate di sole sopra una pianura allagata dalla nebbia, tramonti unici.
Colli dolcissimi punteggiati da malghe, 'sfojaroi' e contrade, impressionanti valloni a canyon, ma soprattutto e suttutto quell'incomunicabile senso dello spazio e del panorama che ti avvolge, diverso ad ogni ora del giorno e ad ogni stagione, un bagno di luce e di caldi colori.
Il monte Grappa e la bicicletta: un rapporto prediletto.
Ma il Grappa è una montagna infinita, incomprensibile, camaleontica e sorniona.
Per tentare di capirlo un po', la bicicletta è uno strumento irrinunciabile, ma non sufficiente.
Certamente, bisogna dirlo, chi non ha mai provato il Grappa in bicicletta non può vantarsi di conoscerlo.
Bisogna proprio percorrerlo in bici il Grappa.
Però poi bisogna frequentarlo anche con escursioni per scoprirne anfratti e vallette che ancora una volta sorprendono e stravolgono la conoscenza raggiunta fino a quel momento di questa strana, affascinate montagna.
A piedi il Grappa presenta una quantità ed una varietà di itinerari escursionistici davvero notevole e sorprendente.
Le varie facciate della grande piramide hanno caratteristiche notevolmente diverse e la cuspide della vetta è certamente luogo dei grandi panorami.
Dal versante sud, dai paesi della pedemontana sopra i colli Ezzeliniani e Asolani, le vie di accesso principale sono dalla Valle Santa Felicita, dal Santuario del Covolo e dalla Valle di San Liberale.
I dislivelli sono notevoli, i sentieri quasi tutti ripidi, tranne la mulattiera del Covolo, l'ambiente va dalla boscaglia al bosco alla grande terrazza panoramica sulla pianura.
Vi sono pure due ferrate dalla Val San Liberale.
Impossibile descrivere sinteticamente la bellezza e la varietà di questi itinerari, frequentatissimi particolarmente in primavera ed in autunno, in estate, infatti, fa molto caldo.
Dalla Valsugana salgono diverse mulattiere che intaccano gli altissimi paretoni rocciosi.
Sono tutte interesantissime, in particolare sono imperdibili i sentieri che partono da Cismon del Grappa per la Val Cesilla.
Sul versante del Piave la via di penetrazione principale è la Valle di Schievenin ed i sentieri che puntano alla cima o alle varie dorsali verso il Tomatico sono tutti davvero sorprendenti.
Sul versante nord la via d'accesso principale è la valle di Seren dalla quale partono dei bei sentieri interessantissimi, soprattutto per l'aspetto etnografico.
Infine la cima, in particolare la lunga dorsale del monte Asolone e la lunghissima dorsale verso il monte Tomatico.
Se si soffre di claustrofobia e si desiderano orizzonti sconfinati, credo che nulla possa avvicinarsi a queste gobbe erbose battute dal vento e bruciate dal sole, teatro delle più aspre battaglie nell'ultima fase della prima guerra mondiale.
Il Grappa, montagna dai mille orizzonti, è montagna incompresa e semi-sconosciuta, sorniona e paziente, ma che sa sorprendere.
Sempre.